Origine e diffusione
Originario dell’Africa, Il Melone è oggi diffuso in tutto il mondo mondo per i suoi frutti rotondeggianti, dolci e profumati. In Italia si coltiva su circa 23.000 ettari, in gran parte (21.000 ha) in pieno campo ma anche in coltura semi-forzata o in serra.
Caratteri botanici
Il melone è una Cucurbitacea annuale costituita da un fusto principale strisciante, che si ramifica e, grazie ai viticci, può diventare rampicante, se fornito di sostegni.
Le foglie sono arrotondate, reniformi o divise in lobi, ruvide al tatto. Le radici sono molto sviluppate in superficie, ma scendono molto anche in profondità.
La pianta di melone è di norma monoica: prima si sviluppano fiori maschili, poi i fiori femminili; però non sono rari i tipi andromonoici con fiori maschili e fiori ermafroditi. Il frutto è un peponide di notevoli dimensioni e peso (1-4 Kg) costituito da un epicarpo (“buccia”) saldato a un mesocarpo carnoso che costituisce la parte edule, al cui interno si forma una cavità riempita da un massa spugnosa e flaccida nella quale sono inseriti numerosi semi. Questi sono allungati, appuntiti a un’estremità, bianchi, di peso variabile da 20 a 70 mg.
Le esigenze ambientali del melone sono elevate: esige alte temperature, teme l’eccessiva umidità, vuole terreno profondo e perfettamente drenato.
Varietà
In base alle caratteristiche del frutto si distinguono 3 gruppi varietali di melone: cantalupi, retati e da inverno.
I meloni retati hanno frutti ovali o tondeggianti, con buccia fittamente reticolata per formazioni tuberose peridermiche; la costolatura spesso manca o è poco marcata; la polpa è di colore verde-giallo o arancione, molto profumata; il peso dei frutti oscilla da 1 a 2,5 Kg, la serbevolezza è scarsa. Siccome molte varietà di questo tipo provengono dagli U.S.A., questi meloni sono anche noti come meloni americani.
Raccolta e produzione
La raccolta inizia indicativamente 90-110 giorni dopo la semina e prosegue scalarmene per 15-30 giorni. I meloni vanno raccolti ad uno stadio di sviluppo ben preciso perché un ritardo compromette la serbevolezza, un anticipo compromette la qualità (almeno 10% di contenuto zuccherino). Segni visibili della maturazione sono il distacco del peduncolo dal frutto (in certe varietà retate), la comparsa di screpolature concentriche intorno al peduncolo, la scomparsa della peluria dal peduncolo, ecc.
Le produzioni di frutti commerciabili sono di 20-35 t/ha in pien’aria, di 30-40 t/ha in quelle semi-forzata; ai fini del ricavo, oltre alla quantità, grande importanza ha la precocità.
I frutti raccolti nelle ore calde dovrebbero essere prerefrigerati con acqua fredda; per i cantalupi e i retati la conservazione non ha senso perché il loro destino è il consumo immediato, comunque potrebbero essere conservati per 10-15 giorni a 2-5 °C con umidità relativa del 90-95%; i meloni da inverno si conservano fino a 5 mesi a 7-10 °C e con 85-90% d’umidità relativa.